Punti di vista, i pazienti del Centro Cardinal Ferrari in scena

Quando il sipario si è aperto, per loro il palco è stato un banco di prova. E hanno dato il meglio di sé, con la sicurezza di chi, pur essendo cosciente dei propri limiti, vuole andare oltre e superare le difficoltà. I pazienti del Centro Cardinal Ferrari, l’ospedale del Gruppo Santo Stefano specializzato nella riabilitazione delle gravi cerebrolesioni acquisite, sono stati protagonisti dello spettacolo “Punti di vista”, rappresentato nell’ambito nel convegno scientifico “Negligenza spaziale unilaterale ed Emianopsia”, dedicato alla diagnosi e cura di alcune importanti patologie visive, svoltosi nella Rocca Sanvitale di Fontanellato il 7 giugno scorso. Lo spettacolo è l’esito del percorso annuale del laboratorio di arte-terapia del Centro Cardinal Ferrari, che da dieci anni ormai mette in scena spettacoli realizzati con i pazienti, diretti dal Maestro Matteo Corati, responsabile del progetto Arte Terapia del Centro, in collaborazione con Carlo Ferrari dell’Associazione Progetti& Teatro di Parma.

Il progetto si inserisce nelle attività del Servizio di Terapia Occupazionale del Centro Cardinal Ferrari. Il Teatro rappresenta una leva motivazionale importante per stimolare il paziente ad affrontare la propria disabilità, oltre ad essere un’occasione di socializzazione ed un setting ideale per riacquisire sicurezza, stima di sé e testare un primo ritorno alla vita dopo il periodo riabilitativo.

Lo spettacolo in sintesi

 “Punti di vista” è il titolo della farsa, che declina la disabilità tra sberleffo e grottesco, presentando sulla scena un pot-pourri di personaggi spassosissimi. Il sipario si apre e sulla scena appaiono improbabili spazzini in carrozzina, intenti a pulire sempre lo stesso pezzo di strada, costretti dai propri limiti fisici, di movimento e percezione ridotta del campo visivo. Apparentemente statici e imbrigliati nelle maglie della propria “diversità” anche gli altri personaggi che si avvicendano con differenti “difetti” e peculiarità: l’indossatrice con la fobia della folla, il posteggiatore con difficoltà di deambulazione, il mimo quasi sordo, il fioraio con capacità di parola ridotta a poche sillabe e il politico nudo e imprigionato nel cassonetto dell’umido. Poi ci sono due turisti: il marito incapace di percepire la direzione a causa di un difetto visivo, che ondeggia senza sosta la carrozzina della moglie paralitica. Ogni personaggio ha una grave disabilità che limita la vita. Ma insieme sono capaci di ridere, vivere a pieno compensandosi reciprocamente e concludere la farsa con un’allegra gita comune, perché l’unione fa sempre la forza.  “Abbiamo rappresentato sul palco la società contemporanea, quella dell’usa e getta continuo delle cose e anche delle persone diverse” ha spiegato Matteo Corati, responsabile del laboratorio di arte-terapia del Centro Cardinal Ferrari. “Attraverso l’arte, capace di ricreare nuovi orizzonti, prospettive di vita e affetti, possiamo contrastare la cultura dello scarto e trasformare il limite in una possibilità” ha concluso Corati. 


2018-06-17