Lo yoga a Villa Pineta: per dare benessere psicofisico ai pazienti
A Villa Pineta Gruppo Kos, da pochissimo è stata introdotta una disciplina che apporta benessere a livello complessivo, psicofisico, ai pazienti che stanno seguendo un percorso di riabilitazione metabolico-nutrizionale.
Si tratta dello yoga, praticato due volte a settimana negli spazi della struttura situata nella frazione di Gaiato, di Pavullo nel Frignano, a Modena.
Va precisato che lo Yoga rimane un’attività complementare alle terapie farmacologiche e agli interventi psicoterapeutici programmati ed erogati da un’equipe multidisciplinare e multiprofessionale ai pazienti metabolici.
Come sottolinea l’istruttrice, Silvia Tonelli, esperta di discipline olistiche, nello Yoga si lavora sia sul corpo sia sulla mente, puntando a raggiungere la consapevolezza di sé e un buon grado di rilassamento psicofisico, elementi essenziali per la riuscita del percorso terapeutico complessivo.
Lo si fa attraverso esercizi fisici e gli Asana (posizioni o posture utilizzate in alcune forme di yoga, in particolare nello Hatha Yoga) resi più leggeri rispetto alle posizioni classiche della pratica tradizionale e, soprattutto, attraverso la respirazione.
Abbiamo intervistato Silvia Tonelli per capire come sta procedendo questa esperienza a Villa Pineta, avviata da gennaio di quest’anno.
Può raccontarci come è stata accolta dai pazienti l’introduzione dello Yoga?
«Qui a Villa Pineta è la prima volta che si pratica lo yoga in pazienti con disturbi metabolici. Il corso sta andando molto bene, direi oltre le aspettative iniziali e continueremo a crescere. Probabilmente perché, come ci insegna lo yoga nella sua tradizione, andiamo ad attivare un processo più elevato di autoconoscenza, attraverso delle pratiche fisiche, ma anche mentali e legate alla respirazione. Tutto ciò ai pazienti piace e fa star bene. Mi piace sottolineare che la respirazione è un “ponte” tra la mente e il corpo. Per questo, in modo molto soft e delicato, cerchiamo di far percepire a ciascuna persona il proprio corpo nel momento presente, accettandolo nel “qui e ora”, lavorando sul respiro. Dal punto di vista fisico si riscontra un miglioramento a livello cellulare».
Il meccanismo di percezione e accettazione del proprio corpo, fondamentale nella risoluzione delle problematiche in questione, è un risultato che si riesce a mantenere nel tempo?
«Possiamo dire che è un seme che piantiamo durante questo percorso. Una volta dimessi, i pazienti possono scegliere di continuare a “coltivare” questa passione per farla crescere attraverso un cammino di miglioramento e completamento di ciò che hanno fatto in ospedale».
Qual è il ruolo che gioca la psiche nella pratica dello Yoga?
«C’è una forte sinergia tra corpo, respiro e mente. Bisogna attingere dalla propria mente per percepire, capire quali sono i pensieri che arrivano per lasciarli andare.
Dobbiamo lasciar scorrere i pensieri perché “noi non siamo i nostri pensieri”.
Bisogna cercare di creare spazio, ascoltarsi e sentirsi. Quindi per rispondere alla vostra domanda il ruolo della nostra mente è fondamentale nel percorso dello yoga e in generale della riabilitazione/guarigione».
Come agisce la pratica in tal senso?
«Quando lavoriamo con il corpo, attraverso le posizioni dello yoga, questo sentire diventa più facile. Posizioni come quelle della montagna, dell’albero, dell’aquila, del guerriero sono tutte legate alla natura e alla forza, a quel tipo forza che viene dall’introspezione e dalla conoscenza di sé.
Possiamo dire che la pratica dello yoga implica una parte giocosa e, allo stesso tempo, una presa di consapevolezza molto forte del proprio corpo».
Infine, quali sono le sue impressioni di questa sperimentazione a Villa Pineta?
«Io sono molto contenta di questa nuova attività. Ringrazio infatti la Direzione di Villa Pineta e in particolare il dott. Gianfranco Beghi primario e direttore di struttura che ha fortemente voluto questo progetto. Pur essendo iniziata da poco e rimanendo un’attività complementare e facoltativa, mi accorgo che sempre più numerosi pazienti accettano di buon grado e partecipano alle lezioni due volte a settimana. Anche per me è una bellissima esperienza».
2024-03-14