La riabilitazione passa anche dal Ping Pong!
La riabilitazione passa anche dal tennis tavolo, più comunemente ping pong. Il Centro Cardinal Ferrari del Gruppo Santo Stefano Riabilitazione, che da anni promuove discipline sportive, quali il nuoto, il tiro con l'arco, la barca a vela, lo sci, lo ha inserito in modo strutturato nei programmi terapeutici del Progetto Sport del Servizio di Terapia Occupazionale testando la sua efficacia motivante per i pazienti. Ogni anno presso il Centro si tiene un torneo di ping pong che coinvolge pazienti e operatori, nell'idea riabilitativa di stimolare la ripresa delle capacità funzionali fisiche e cognitive. Il ping pong è uno sport accessibile a molti quindi replicabile anche dopo al dimissione, comporta un esercizio di attenzione visiva e di coordinamento occhi mano, con tempi di reazione e controllo del movimento. I pazienti possono giocare anche in carrozzina e possono adattare la racchetta dopo valutazione fisioterapica. Inoltre, si è testato che molti pazienti che in palestra sono svogliati, messi davanti ad un’attività ludica sono più stimolati, da qui anche l’idea di organizzare piccoli tornei annuali. La stessa organizzazione delle gare vede il coinvolgimento diretto dei pazienti nella progettazione delle giornate e delle partite, risultati e turni, trasformando l’attività in un vero e proprio compito cognitivo di problem-solving.
L’attività di ping pong inoltre ha visto l’attivazione di una collaborazione con la Polisportiva Gioco di Parma, associazione parmense di grande esperienza che opera nel settore dello sport per disabili, nell’ottica di creare un collegamento tra i progetti ospedalieri e realtà territoriali.
Le attività sportive promosse al CCF rientrano in percorsi strutturati nei programmi riabilitativi con risultati misurabili. L’idea riabilitativa punta a far testare ai pazienti la possibilità di fare sport, per riacquisire sicurezza e aprendo la strada ad attività che possono proseguire anche dopo il rientro a domicilio. Un progetto riabilitativo che si svolge solitamente in più fasi: la valutazione della fattibilità della disciplina per il paziente; la traduzione in esperienza pratica in ambiente protetto al Centro; la verifica dell’accessibilità di ambienti esterni, come piscine o palestre; l’uscita con lo staff del Centro per mettersi alla prova al di fuori della struttura.
Nell'immagine qui sotto, un momento di attività al Centro Cardinal Ferrari con la Polisposrtiva Gioco di Parma
Rosaria Frisina
2019-03-08