La montagna come setting riabilitativo

Andare oltre, senza rassegnarsi alla propria disabilità, sfidare sé stessi e mettersi in gioco. Con questo spirito il Servizio di Terapia Occupazionale del Centro Cardinal Ferrari, diretto dalla dottoressa Donatella Saviola, ha introdotto nei propri programmi riabilitativi diverse esperienze di successo.

Dal progetto del Ritorno alla Guida in sicurezza all’Arte, dallo sport ai setting in cucina per il recupero delle abitudini di vita quotidiana. Tra questi percorsi terapeutici rientra anche la Montagna come setting riabilitativo. Con l’obiettivo di sfruttare un ambiente naturalistico stimolante per scoprire che, nonostante la disabilità, si possono scalare anche le cime più alte, come nella vita, e salire in vetta, lungo sentieri accessibili e con l'aiuto di persone esperte. “Un’opportunità – spiega la Saviola - per mettersi alla prova e stimolare le personali abilità, la capacità di organizzare le forze per raggiungere la meta, per riacquisire sicurezza e fiducia in sé stessi, andando fuori dalle mura protette dell’ospedale”. Grazie alla collaborazione con il Cai Parma, le escursioni si svolgono nell’Appennino parmense lungo itinerari studiati ad hoc, con staff esperto e ausili adattati.

L’intesa con il Cai Parma 

Si chiama "Sentieri per tutti", il progetto sviluppato dal Club Alpino Italiano sezione di Parma in sinergia con il Centro Cardinal Ferrari Santo Stefano Riabilitazione del Gruppo KOS basato su un protocollo d'intesa del 2016 a favore del benessere e della salute delle persone con disabilità fisiche, cognitive o comportamentali. Il progetto propone uscite nell'Appennino parmense, oltre ad incontri formativi sul tema dell’abbigliamento, dell’attrezzatura, della sicurezza e per potenziare la capacità di orientamento, attraverso la comprensione delle mappe e dei segnali presenti sui percorsi. Tra gli obiettivi c’è anche la socializzazione ed il confronto.È rivolto sia ai pazienti del Centro Cardinal Ferrari in grado di svolgere la camminata senza troppe difficoltà sia ai pazienti non autonomi nel cammino, per i quali l'uscita può essere un'opportunità clinica e riabilitativa; ma anche alle persone che, pur avendo concluso una fase riabilitativa presso il Centro, vogliono partecipare per sperimentare, o migliorare, la propria autonomia in ambienti e contesti diversi da quelli della quotidianità.Le uscite in gruppo di pazienti e familiari sono seguite dagli operatori del Centro e dai volontari del CAI, presenti in numero variabile in base alle caratteristiche del percorso e al numero dei partecipanti. Insieme i soggetti promotori hanno programmato anche iniziative di studio e ricerca sulle ricadute riabilitative delle attività di montagna terapia sui pazienti.

Il primo raduno nazionale di escursionismo adattato

Esperienza, una montagna sensibilizzata all’accessibilità, tanta sperimentazione e fiducia nel progetto della montagna terapia. Questi gli elementi che hanno portato il Cai Parma, di cui è presidente Roberto Zanzucchi, ad essere referente, e anche ispiratore, del primo raduno nazionale di escursionismo adattato promosso dal Cai nazionale, di cui è presidente Vincenzo Torti. "A ruota libera", il titolo dell'iniziativa alla quale hanno partecipato anche i pazienti del Centro Cardinal Ferrari nell'ambito del progetto "Sentieri per tutti". L'escursione ha coinvolto partecipanti da tutta Italia all’interno del Parco Regionale dei 100 Laghi. In totale sono stati presenti diciotto equipaggi con joëlette, due equipaggi con tandem e cinque handbikers, per un totale di oltre 300 persone tra conduttori, persone con mobilità ridotta, familiari e accompagnatori. Il ritrovo è stato organizzato a Schia per poi effettuare la salita sul crinale del Monte Caio. Sono stati cinque i pazienti partecipanti, insieme allo staff ospedaliero.
"Un'esperienza unica, condivisa in un clima di grande socialità. In gruppo l'escursione in montagna acquista un fascino maggiore e l'atmosfera dell'evento è stata una boccata di aria fresca dopo tante chiusure". E ancora: "Avevo già sperimentato la montagna con il CCF ma in questa iniziativa c’era una partecipazione così allargata e nazionale che l’atmosfera è stata magica, ho conosciuto il gruppo di Rimini, simpaticissimi, e abbiamo attraversato il crinale sulla joelette ogni tanto anche facendo una gara a chi arrivava prima. Sono emozioni indescrivibili, senza ausili di questo genere per me sarebbe impossibile raggiungere vette cosi alte”. Questi alcuni dei commenti in sintesi dei pazienti.
Tra le novità di questo evento unico in Italia: la sperimentazione di un tour di handbike da off road e il primo test con la joelette per bambini, un ausilio arrivato dalla Francia proprio in occasione del raduno e grazie alla richiesta della Terapista Occupazionale del Centro Cardinal Ferrari Sara Bosetti: "Era importante sfruttare questo raduno per proporre qualcosa di nuovo. La joelette per bambini non è stata mai utilizzata in Italia, ha riscosso interesse ed è stata l'occasione per testarla".

La joelette, testata nel progetto "Sentieri per tutti"

Per le persone seguite dal Centro Cardinal Ferrari, con lesione cerebrale presente dalla nascita o acquisita dopo un trauma, la speciale carrozzina Joelette è un ausilio che consente di trasformare il terreno irregolare, considerato un limite invalicabile, in un'ennesima sfida da superare insieme ai compagni di escursione. Joelette è una carrozzina da fuoristrada con un'unica ruota centrale, posizionata sotto il seggiolino al quale è ancorata la persona con disabilità. Viene condotta da almeno due persone, che procedono davanti e dietro il passeggero. Deve il nome al suo inventore Joel Claudel, guida alpina francese, che la costruì nel 1987 per far conoscere la montagna al nipote affetto da miopatia degenerativa. Grazie a questo prezioso ausilio, acquistato in due esemplari dal Cai Parma con il contributo di Fondazione Cariparma e di alcune aziende private, le persone con disabilità possono percorrere i sentieri in montagna in sicurezza, vivendo appieno l'esperienza. Joelette è da poco tempo sul mercato, già diffusa nelle regioni alpine, per la prima volta è stata utilizzata in Emilia Romagna grazie al progetto “Sentieri per tutti”.

a cura della Redazione Santo Stefano News
2021-12-11