In occasione della Giornata Mondiale dell'Autismo pubblichiamo questa splendida lettera a firma della Dr.ssa Sofia Carnevali, Educatrice del Centro Ambulatoriale Santo Stefano Riabilitazione di Jesi, che ritrae splendidamente un immaginario bimbo, affetto da autismo, in questi difficili giorni di "Io resto a casa", che rischiano di essere ancora più complicati per i piccoli con questi problemi e per le loro famiglie.

Ciao a tutti, mi chiamo Edo, ho 8 anni e sono un bambino autistico. 

Di preciso non so bene che cos’è, i miei genitori quando ero molto piccolo e cercavano notizie su di me on line hanno letto questo: “ disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazioni sociale e da deficit della comunicazione verbale e non, che provoca ristrettezza d’interessi e di comportamenti ripetitivi". Ma in queste righe che dovrebbero descrivermi e parlare di me, in realtà non c’ho capito un granché. A me piace fare delle cose un po’ diverse rispetto ai miei amici; ad esempio mi piace mettere tutto in fila, in un ordine tutto mio e guai a chi s'intromette!

Mi piace giocare da solo, in disparte e nella confusione o quando i rumori sono troppo forti per le mie orecchie, uso le mani come scudo protettivo, e sto subito meglio. A volte vorrei non fare nulla tutto il giorno e invece: ore 08.00 scuola, ore 15.00 terapia, ore 18.00 pet therapy, e pensate che ogni tanto viene un'educatrice a casa mia, nella mia cameretta e invece di farmi guardare dei bei video di peppa pig, inizia a farmi strane domande e a chiedermi cose anche difficili, e il tablet si e no che riesco a vederlo.

Uffa che noia! Tutte le sere a cena è una lotta con i miei genitori per farmi mangiare. Le provano di tutte, ma ancora non l’hanno capito che la pasta la mangio in bianco e solo i fusilli.

Le verdure solo quelli verdi ( gli altri colori non mi piacciono). Carne e pesce neanche a parlarne e guarda che mi accorgo se cerchi di nasconderli dentro a qualche strano involtino. Dolci a profusione. Ė tutto chiaro mamma e papà? Non tutti mi capiscono quando parlo e per questo motivo utilizzo dei segni per chiederti se voglio la palla oppure dell'acqua. Sono facili e li puoi imparare anche tu, cosi potremmo comunicare e perché no, giocare insieme.

Questo periodo non so cosa stia accadendo, ma so che non posso più andare ai giardini o a scuola, e cosi all’improvviso sono in punizione dentro casa. E allora a volte mi arrabbio, urlo e piango perché io tutto il giorno rinchiuso non riesco a stare. Ho bisogno di muovermi, di correre, e di saltare. Vi prego, posso andare nel parco sotto casa anche solo per 10 minuti? Prometto che non distruggo nulla e che poi quando ritorniamo sarò più tranquillo.

Io sono questo e altre mille cose bellissime, uniche, rare, ma a volte non ė semplice capirmi. Io sono cosi, il mondo va veloce, provo a correre ma ogni tanto rimango indietro, ma basta che mi date una mano e rimango accanto a voi.


2020-04-02