Incontinenza urinaria femminile, i falsi miti

L’incontinenza urinaria è definita generalmente come la perdita involontaria di urina. E’ una condizione che ha un effetto pesante sulla qualità di vita, sia nella sfera sessuale, sociale e psicologica di coloro che ne sono affetti, tanto da provocarne l’isolamento. Sull’ incontinenza urinaria femminile si raccontano falsi miti. Proviamo a sfatarne qualcuno…

 Le  incontinenze sono tutte uguali. E’  FALSO!

Si classificano in relazione al sintomo:
Incontinenza da sforzo: (la pipi esce quando si  ride, quando si tossisce quando si  corre o si solleva un peso).
Incontinenza da urgenza: (la pipi esce in modo incontrollato con un bisogno improvviso che spesso non permette di raggiungere il bagno).
Incontinenza mista:  (associa i sintomi delle prime due).

Le strutture contenute nella cavità pelvica sono sostenute da un pavimento muscolare molto robusto, formato da fibre toniche e fibre fasiche. Il pavimento pelvico muscolare che occupa l’apertura a forma di rombo, si chiama perineo. Il muscolo principale è costituito dall’elevatore dell’ano, che a sua volta è formato dai muscoli: pubo-coccigeo, pubo-rettale e ileo coccigeo che hanno funzione di sostenere gli organi pelvici e contribuire alla continenza urinaria. Il sesso femminile è quello che ne soffre maggiormente, infatti si stima che in Italia circa 2,5 milioni di donne sono incontinenti,  anche se gli uomini non ne sono immuni.
Le cause possono essere ricercate nell’anatomia femminile e spesso si associano a disturbi quali stipsi, scarsa attività fisica, aumento del peso corporeo, fumo, parto per via naturale, episiotomia, interventi chirurgici, prolasso vescicale o un apporto idrico inadeguato. La menopausa in particolare, può essere causa di incontinenza urinaria in quanto il calo degli estrogeni  causa minore tonicità a livello sia uretrale, che dei muscoli del pavimento pelvico.

 La prevenzione e la cura dell’ incontinenza è possibile.  E’ VERO!
Il primo intervento importante diventa il cambiamento dello stile di vita e del comportamento, come ad esempio il controllo dell’assunzione di liquidi, se non controindicato, smettere di fumare, limitare o eliminare l’uso di caffeina, perdita di peso nei soggetti obesi, minzioni programmate, attività fisica, ecc.
La riabilitazione del pavimento pelvico è lo strumento principale dell’approccio conservativo e ha come obiettivo quello di tonificare i muscoli perineali e mira al ripristino della continenza,  attraverso un  percorso riabilitativo personalizzato, che permette di ri-allenare i muscoli del perineo eseguendo specifici esercizi di fisiochinesiterapia. Il lavoro di rinforzo muscolare può essere associato a BFB (lavoro attivo associato a immagini visive) e da SEF (elettrostimolazioni funzionali) della muscolatura perineale. Tutte queste tecniche possono essere associate e servono a ridare alla paziente il controllo della minzione in tempi e modi adeguati ed a restituire serenità e qualità di vita.
E’ importante quindi interpellare medici specialisti (urologi e/o ginecologi ) che siano in grado di fare una diagnosi precisa sulle cause e di definire il tipo di incontinenza  e successivamente rivolgersi ad una struttura riabilitativa dove siano  presenti  Fisioterapisti specializzati al trattamento del pavimento pelvico  che, attraverso le tecniche sopra descritte, potranno approcciare un trattamento individualizzato, mirato e qualitativo, volto al miglioramento e alla risoluzione del sintomo.

Presso il Centro Ambulatoriale di Riabilitazione Santo Stefano, sede di Porto Potenza Picena,  la riabilitazione del pavimento pelvico vanta un esperienza ventennale, dove personale specializzato è in grado di prendere in carico queste problematiche, attraverso specifici programmi riabilitativi e monitorare l’andamento durante l’intero percorso di cura. Nel mese di Gennaio 2019 il personale è a disposizione per una consulenza gratuita.


2019-01-03