Si celebra il 2 aprile la Giornata Mondiale della consapevolezza dell'Autismo, indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007.

Il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione, attraverso la sua rete di Centri Ambulatoriali di Riabilitazione dislocati nelle Marche, ha una consolidata esperienza e riconosciute competenze legate ai percorsi terapeutici per bambini con disturbi dello spettro autistico.

In occasione della stessa Giornata Mondiale della consapevolezza dell'Autismo, ripartono anche le iniziative aperte alla cittadinanza da parte del Centro Ambulatoriale Riabilitazione Specialistica Jesi con una giornata informativa (scarica la locandina dell'iniziativa) e del Centro Ambulatoriale Porto Potenza Picena con l'"aperitivo in blu", lunedì 4 aprile, per parlare di comportamenti problema e stereotipie dei bambini in ambito familiare (scarica la locandina dell'iniziativa).

Il Centro di Riabilitazione Myolab assieme al Centro Ambulatoriale Filottrano propongono una riflessione sull'importanza della terapia in Acqua per i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico con il video: AutismH2O (qui sotto).

Dal Centro Ambulatoriale Fabriano, invece, un video racconto di una sibling. Amore, emozioni e spettri (qui sotto). Tutti possiamo essere un pò "Lorenzo": osservare, godere delle cose con altre prospettive e...riflessi".

Per favore accetta i cookie di marketing per vedere questo video.
Per favore accetta i cookie di marketing per vedere questo video.

Cos'è l'autismo

L'autismo secondo l'Oms colpisce un bimbo ogni 160. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, oggi si stima che in Italia una prevalenza attendibile del disturbo sia di circa quattro su mille bambini e che colpisca, per ragioni ignote, i maschi 3 o 4 volte più delle femmine.

Con il termine "Autismo" vengono comunemente definite alcune sindromi di natura neurobiologica raggruppate sotto la categoria dei "Disturbi dello spettro autistico" (ASD).

Nei primi anni di vita del bambino i segnali indicatori di autismo si manifestano molto più spesso come assenza di quei comportamenti tipici delle tappe evolutive nel percorso di sviluppo (dall'assenza di sorriso sociale e lallazione alla mancanza di comunicazione, come non rispondere se chiamati, non salutare...).
I possibili sintomi di autismo nei bambini dai 2 anni in poi riguardano principalmente i deficit nelle abilità sociali, linguistiche e comunicative (verbale e non) e comportamenti stereotipati: la presenza dello sguardo laterale (la difficoltà a prendere lo sguardo di chi parla), il movimento di mani e piedi in modo a-finalistico (movimenti senza scopo apparente), la ripetitività dell'esecuzione di alcune attività.
Si tratta comunque di una diagnosi complessa, che deve essere praticata da personale esperto, anche nei casi più lievi, e che richiede risposte assistenziali mirate. Esistono, infatti, strumenti, scale di valutazione, precisi indicatori per rilevare e diagnosticare la sindrome di Autismo.

La diagnosi prima dei 2 anni di vita

Due fattori di grande importanza nelle terapie contro questo disturbo sono il coinvolgimento delle famiglie e un'equipe di neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, fisioterapisti, assistenti sociali, educatori professionali esperti e capaci.
Più la diagnosi è precoce e meglio si riesce ad intervenire. Tanto che, già nel 2011, l'Istituto Superiore di Sanità aveva lanciato un progetto per il riconoscimento tempestivo di disturbi dell'età evolutiva. Sono state monitorate le donne incinta e poi si è proseguito fino ai due anni di età del bambino con l'obiettivo di individuare bambini con questo disturbo prima del secondo anno di età e inserirli da subito in un programma terapeutico personalizzato.
Uno dei grandi problemi secondo gli esperti è, infatti, che, nella maggior parte dei casi, la diagnosi arriva tardi, dopo i due anni di età, e ciò renderebbe meno efficaci le possibili terapie. Tanto che l'intervento terapeutico riabilitativo dovrebbe poter partire già dal diciottesimo mese di vita, in quanto interventi frequenti e tempestivi durante le prime fasi di sviluppo sono l'unico modo per incidere positivamente sull'evoluzione della malattia.

In questo contesto, entrano in gioco i pediatri per ridurre l'età della prima diagnosi con una sorveglianza attiva dello sviluppo attraverso strumenti di screening all'età di 18 e 24 mesi. In generale l'intervento riabilitativo proposto è individuale in base alla diagnosi, alle difficoltà cognitive, emozionali e comportamentali riscontrate. Si va da interventi educativi per aumentare l'efficacia dei comportamenti a percorsi per potenziare le capacità di linguaggio.


2022-04-01