Disturbi specifici dell’apprendimento: l’importanza dello screening

La Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (CC-ISS 2011) definisce i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento): “disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici. Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche: dislessia, disturbo della lettura (intesa come abilità di decodifica del testo); disortografia, disturbo della scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica); disgrafia, disturbo della grafia (intesa come abilità grafo motoria): discalculia, disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere ed operare con i numeri)”.

Ogni anno giungono all’attenzione dell’Equipe Multidisciplinare del C.A.R. Santo Stefano di Filottrano molti bambini con difficoltà nelle abilità scolastiche, che si configurano poi in disturbi specifici di apprendimenti, spesso in comorbilità con altri disturbi (quali il Disturbo da Deficit dell’Attenzione-Iperattività, i Disturbi della Comunicazione, il Disturbo dello Sviluppo della coordinazione, i Disturbi d’Ansia, dell’Umore…). Seppur la diagnosi di DSA non può essere effettuata prima della fine della seconda classe della scuola primaria, quando il disturbo interessa la lettura e/o la scrittura, e prima della fine della classe terza della scuola primaria, quando il disturbo interessa le abilità di numero e calcolo, vi sono comunque dei “segnali” precedenti che si possono osservare nei bambini e che sono meritevoli di attenzione.

Verso la fine della scuola dell’infanzia e nei primi anni della scuola primaria il bambino può presentare delle difficoltà nei prerequisiti degli apprendimenti e nelle abilità di letto-scrittura, che possono costituire un rischio per lo sviluppo di DSA. Prima vengono identificate e più precocemente è possibile intervenire in termini di approfondimento valutativo e di trattamento, aiutando così il bambino e gli adulti di riferimento, ad affrontare le richieste didattiche e non solo, nel modo più adeguato, funzionale e sereno possibile. Da qui l’importanza dello screening (“vagliare”, “passare al setaccio”).

Collaborare per “prevenire”
Nel 2017 è nata la collaborazione tra il C.A.R. Santo Stefano di Filottrano e l’Istituto Comprensivo “Federico II” di Jesi con il Progetto “Non solo DSA”, un progetto principalmente di screening, realizzato in due anni scolastici, 2016-2017 e 2017-2018, volto a sensibilizzare insegnanti e genitori sul tema DSA e ad individuare precocemente i bambini a rischio di sviluppo di tale disturbo. L’identificazione precoce permette di avviare un trattamento adeguato, di attuare successivamente quanto previsto dalla legge 8/10/2010, n.170, guidando il bambino verso l’autonomia, trovando il proprio canale di apprendimento e riducendo le ripercussioni che spesso i DSA hanno a livello personale e relazionale (in termini di motivazione allo studio, autostima, senso di autoefficacia…).

Il Progetto
Due sono state le principali figure che hanno gestito il Progetto, Logopedista e Psicologa e diverse sono le fasi che si sono susseguite nel corso di sei mesi circa, nella seconda parte dei due anni scolastici. In una prima fase è avvenuta la presentazione del progetto (caratteristiche generali e delle modalità di svolgimento) rivolta ad insegnanti e genitori degli alunni delle classi coinvolte. Successivamente è avvenuto lo screening vero e proprio, con la somministrazione di prove individuali e collettive adeguate alla classe di appartenenza. Dopo un periodo di scooring ed interpretazione dei risultati ottenuti è stata effettuata la restituzione di quanto emerso alle insegnanti e ai genitori dei bambini risultati significativi allo screening.

Arricchimento, Entusiasmo ed Apertura
Dei cambiamenti sono stati apportati al progetto dal primo al secondo anno di attuazione e si è consapevoli della necessità di apportarne altri, per rispondere al meglio ai bisogni di contesti scolastici e familiari in continua evoluzione. Nonostante questo, da parte dei clinici del Santo Stefano, che hanno preso parte al Progetto, vi è un vissuto di arricchimento, entusiasmo ed apertura: l’arricchimento legato alla collaborazione con la scuola, uno dei principali contesti di vita e di riferimento per i bambini; l’entusiasmo di poter arrivare e dialogare anche con le famiglie; e l’apertura verso i contesti di crescita (scuola e famiglie) dei bambini, in uno specifico periodo e territorio, conoscendo nuove realtà e necessità.


2018-11-26