La “Realtà Virtuale” in riabilitazione aiuta il recupero funzionale grazie all’effetto “game”

La Realtà Virtuale applicata alla riabilitazione. Il Gruppo Santo Stefano ha messo in campo in questi anni diverse tecnologie a supporto degli esperti che operano nelle varie strutture, cogliendo le opportunità che oggi offre la robotica in campo sanitario.

La tecnologia virtuale permette di recuperare attività funzionali attraverso le simulazioni, lavorando sui vantaggi dell' "effetto gioco" (la versione più nota di realtà virtuale sono i videogiochi che hanno un alto potere di attrazione). Per il recupero di abilità motorie compromesse in seguito a danno cerebrale sono state ormai ben documentate evidenze scientifiche circa la possibilità di attivare, mediante sedute terapeutiche con realtà virtuale, le stesse aree cerebrali attivate in corso di esercizio in contesti reali.

Nello specifico, per Realtà Virtuale si intende una simulazione mediata da computer, che offre la possibilità di vedere, sentire, manipolare e interagire con un ambiente artificiale.
L'esperienza post-lesionale del paziente è in grado di indurre un certo grado di ri-arrangiamento funzionale della corteccia motoria e delle reti neuronali danneggiate dall'evento patologico. Ciò attraverso la mediazione dei "neuroni mirror" (secondo la nota teoria dello scienziato parmigiano Giacomo Rizzolatti) durante l'osservazione dell'esecuzione del movimento e con la pratica dell'immaginazione della sua esecuzione da parte del soggetto.

La Realtà Virtuale consente, tramite sensori applicati a parti del corpo, di visualizzare sullo schermo un semplice movimento compiuto dal paziente come un gesto finalizzato a prendere o spostare un oggetto (ad esempio immettere la palla in un cestino).
Si tratta di uno strumento di "gioco" che, grazie a feedback visivi ed uditivi immediati, permette di migliorare il controllo del movimento con un ritorno preciso della correttezza o meno dell'esercizio.

Le aree in cui la Realtà Virtuale viene applicata in riabilitazione sono: ortopedica e neuromotoria; delle competenze visuo-spaziali; delle attività complesse di vita quotidiana; riabilitazione cognitiva. Quest'ultima è un campo ancora poco esplorato con la Realtà Virtuale, ma per il quale si sono riscontrati effetti positivi, ad esempio nella valutazione dei tempi di reazione, nella riabilitazione dei disturbi attentivi, della memoria e del problem solving e della negligenza spaziale unilaterale.

La Realtà Virtuale è un'esperienza partita al Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato (Parma) già nel 2012, prima in fase sperimentale, ora pienamente integrata nei percorsi di cura sia in ambito motorio sia cognitivo.
La tecnologia verrà applicata anche nei percorsi riabilitativi del nuovo Centro "Venerabile Marcucci" di Ascoli.


2016-11-18