Il nursing riabilitativo, il ruolo dell'infermiere nelle attività assistenziali

Il rapporto con le persone e le comunità che hanno bisogno di una risposta ai loro problemi di salute e che devono poter riconoscere nell’infermiere un loro importante alleato. Questo lo scopo della professione divulgato dalla Federazione nazionale degli infermieri in occasione della Giornata internazionale istituita dall’International Council of Nurses. Una ricorrenza annuale che cade nel giorno della nascita di Florence Nightingale (12 maggio 1820), considerata la fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne. Per il 2018, una novità: per la prima volta il Ministero della Salute ha concesso, infatti, il suo patrocinio alla Giornata, a testimonianza dell’impatto positivo e della rilevanza della professione sull’assistenza. “La Giornata è un’occasione per fare il punto sulla professione ma anche per informare i cittadini sul ruolo della nostra figura – spiega Rita Comberiati coordinatore infermieristico del Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato e vicepresidente dell’ Ordine provinciale degli infermieri di Parma -. L’infermiere cura la persona in toto, è una figura importante per l’assistenza dei pazienti. Se è vero che come categoria dobbiamo crescere, è vero anche che l’organizzazione in generale deve aiutarci a farlo. Oggi, la laurea in Scienze infermieristiche è di tre anni e si tratta di una formazione generica di base che richiede però poi una formazione sul campo. Per intenderci, il lavoro dell’infermiere riabilitativo ha specificità diverse dall’infermiere che opera in un reparto psichiatrico. La laurea andrebbe affiancata da percorsi specialistici, nell’idea che un infermiere ben formato rappresenta un valore aggiunto per il miglioramento dei piani assistenziali”.  

Parliamo di nursing riabilitativo, cosa significa?

“Nursing in riabilitazione significa partecipare al progetto riabilitativo e alla presa in carico della persona. La riabilitazione rappresenta uno dei più tipici interventi che devono necessariamente essere svolti in team per avere successo. Il raggiungimento degli obiettivi nel programma dipende dalla collaborazione tra le diverse figure. Ciò si ottiene tramite una corretta comunicazione e un periodico confronto per la valutazione degli interventi e dei risultati. Nursing riabilitativo significa proprio questo: avere quelle conoscenze di base e specifiche che consentano all’infermiere di lavorare in team con gli altri professionisti. Al CCF, il coinvolgimento dell’infermiere nella riunione di equipe settimanale, organizzata per area, richiede non solo report assistenziali ma capacità di confronto propositivo e costruttivo, considerando che il ruolo  dell’infermiere in un centro di riabilitazione è di assistere il paziente 24 ore su 24”.

Come si può migliorare l’assistenza infermieristica?

“Credo debba essere data all’infermiere la possibilità di farsi carico di un’assistenza personalizzata. Al Centro Cardinal Ferrari in questo senso stiamo lavorando con modelli organizzativi che in futuro potranno portare a creare la figura dell’infermiere referente, come responsabile del piano assistenziale. In questo contesto, diventa essenziale l’organizzazione, la raccolta dati e lo scambio di informazioni legate alla presa in carico. Tutto ciò passa dalla corretta gestione del modulo di comunicazione di team, in cui vengono segnalate le varie problematiche e le decisioni prese durante l’assistenza”.

Infermiere e operatore socio sanitario, due figure diverse ma entrambe legate all’assistenza…

“A volte si fa confusione, ma in realtà le funzioni sono ben distinte a livello operativo. L’oss è autonomo nell’igiene e nella mobilizzazione di base del paziente.  Per il resto, l’oss opera su delega dell’infermiere. È una figura assistenziale di supporto importante e, così come per l’infermiere, sono fondamentali una formazione adeguata, continua e la consapevolezza del proprio ruolo all'interno del team. Per fare un esempio pratico: occupandosi dell’igiene della cute, l’oss diventa importante nella prevenzione primaria delle lesioni”.

Qual è lo scopo assistenziale in ambito riabilitativo?

“L'intervento riabilitativo é efficace solo se applicato sempre e non solo nelle ore stabilite di trattamento. L'infermiere e l'o.s.s., oltre che partecipare alla stesura del progetto riabilitativo, sono coloro che mettono in atto, durante l'arco dell'intera giornata, seguendo anche le indicazioni delle altre figure professionali, tutti gli interventi necessari a permettere al paziente di aver il maggior controllo possibile su tutti gli aspetti della propria vita quotidiana. Nel caso in cui la persona è totalmente dipendente, come nelle gravi cerebrolesioni acquisite, lo scopo assistenziale/riabilitativo sarà quello di prevenire complicanze da allettamento e continuare a stimolare e monitorare il paziente nella ricerca di un canale di comunicazione”.

Quanto sono importanti le capacità relazionali?

“Vanno di pari passo con le competenze tecniche. E' indispensabile utilizzare strategie relazionali specifiche secondo le diverse disabilità, per stabilire una relazione d’aiuto adatta a sostenere la persona e la famiglia. L'infermiere deve progettare un piano educativo e/o di addestramento rivolto alla persona, alla famiglia, per il mantenimento delle capacità residue e la promozione della maggiore autonomia possibile nello svolgimento delle attività di vita quotidiana. La presenza costante dell'infermiere e del personale di supporto consente un feedback continuo sia sull'aderenza del paziente/care giver al programma terapeutico sia sui risultati degli interventi posti in essere”.

Come deve essere il rapporto con i famigliari?

“Il coinvolgimento della famiglia è fondamentale, di fatto esiste e viene incentivato ma deve essere sempre più formalizzato. Ritengo sia fondamentale stabilire da subito una buona relazione con i famigliari, in modo che si sentano tranquilli nell'affidare il proprio caro alle nostre cure. Presentarsi, essere disponibili al dialogo e all'ascolto, accettare anche le critiche e le osservazioni senza "offendersi", ma cercando di capire il punto di vista dell'altro, serve a creare un rapporto basato sulla fiducia dal quale si possono ottenere la giusta collaborazione ed efficaci relazioni terapeutiche. Spesso l’infermiere è la figura con la quale il famigliare si rapporta con confidenza, anche scaricando la tensione ed in questo caso non bisogna dimenticare che “si lamenta con te e non di te”, anche lo sfogo è terapeutico. Da infermiera, penso che a volte ci sia una modestia eccessiva da parte della mia categoria, ricordarsi che siamo professionisti dell’assistenza può aiutare anche ad essere più consapevoli dell’importanza del nostro ruolo per il paziente, per il famigliare e per l’efficacia del lavoro di tutto il team della riabilitazione”.

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA SUL RUOLO DELL'INFERMIERE NELLA RIABILITAZIONE

 


2018-05-12